Immagini
L'immagine di un container rappresenta dati binari che incapsulano un'applicazione e tutte le sue dipendenze software. Le immagini sono costituite da pacchetti software eseguibili che possono essere avviati in modalità standalone e su cui si possono fare ipotesi ben precise circa l'ambiente in cui vengono eseguiti.
Tipicamente viene creata un'immagine di un'applicazione ed effettuato il push su un registry (un repository pubblico di immagini) prima di poterne fare riferimento esplicito in un Pod
Questa pagina va a delineare nello specifico il concetto di immagine di un container.
I nomi delle immagini
Alle immagini dei container vengono normalmente attribuiti nomi come pause
, example/mycontainer
, o kube-apiserver
.
Le immagini possono anche contenere l'hostname del registry in cui le immagini sono pubblicate;
ad esempio: registro.fittizio.esempio/nomeimmagine
,
ed è possibile che sia incluso nel nome anche il numero della porta; ad esempio: registro.fittizio.esempio:10443/nomeimmagine
.
Se non si specifica l'hostname di un registry, Kubernetes assume che ci si riferisca al registry pubblico di Docker.
Dopo la parte relativa al nome dell'immagine si può aggiungere un tag (come comunemente avviene per comandi come docker
e podman
).
I tag permettono l'identificazione di differenti versioni della stessa serie di immagini.
I tag delle immagini sono composti da lettere minuscole e maiuscole, numeri, underscore (_
),
punti (.
), e trattini (-
).
Esistono regole aggiuntive relative a dove i caratteri separatori (_
, -
, and .
)
possano essere inseriti nel tag di un'immagine.
Se non si specifica un tag, Kubernetes assume il tag latest
che va a definire l'immagine disponibile più recente.
Evitate di utilizzare il tag latest
quando si rilasciano dei container in produzione,
in quanto risulta difficile tracciare quale versione dell'immagine sia stata avviata e persino più difficile
effettuare un rollback ad una versione precente.
Invece, meglio specificare un tag specifico come ad esempio v1.42.0
.
Aggiornamento delle immagini
Quando un Deployment,
StatefulSet, Pod, o qualsiasi altro
oggetto che includa un Pod template viene creato per la prima volta, la policy di default per il pull di tutti i container nel Pod
è impostata su IfNotPresent
(se non presente) se non specificato diversamente.
Questa policy permette al
kubelet di evitare di fare il pull
di un'immagine se questa è già presente.
Se necessario, si può forzare il pull in ogni occasione in uno dei seguenti modi:
- impostando
imagePullPolicy
(specifica per il pull delle immagini) del container suAlways
(sempre). - omettendo
imagePullPolicy
ed usando il tag:latest
(più recente) per l'immagine da utilizzare; Kubernetes imposterà la policy suAlways
(sempre). - omettendo
imagePullPolicy
ed il tag per l'immagine da utilizzare. - abilitando l'admission controller AlwaysPullImages.
Il valore dell'impostazione imagePullPolicy
del container è sempre presente quando l'oggetto viene creato per la prima volta
e non viene aggiornato se il tag dell'immagine dovesse cambiare successivamente.
Ad esempio, creando un Deployment con un'immagine il cui tag non è
:latest
, e successivamente aggiornando il tag di quell'immagine a :latest
, il campo
imagePullPolicy
non cambierà su Always
.
È necessario modificare manualmente la policy di pull di ogni oggetto dopo la sua creazione.
Quando imagePullPolicy
è definito senza un valore specifico, esso è impostato su Always
.
Multi-architecture support nelle immagini
Oltre a fornire immagini binarie, un container registry può fornire un indice delle immagini disponibili per un container.
L'indice di un'immagine può puntare a più file manifest ciascuno per una versione specifica dell'architettura di un container.
L'idea è che si può avere un unico nome per una stessa immagine (ad esempio: pause
, example/mycontainer
, kube-apiserver
) e permettere a diversi sistemi di recuperare l'immagine binaria corretta a seconda dell'architettura della macchina che la sta utilizzando.
Kubernetes stesso tipicamente nomina le immagini dei container tramite il suffisso -$(ARCH)
.
Per la garantire la retrocompatibilità è meglio generare le vecchie immagini con dei suffissi.
L'idea è quella di generare, ad esempio, l'immagine pause
con un manifest che include tutte le architetture supportate,
affiancata, ad esempio, da pause-amd64
che è retrocompatibile per le vecchie configurazioni o per quei file YAML
in cui sono specificate le immagini con i suffissi.
Utilizzare un private registry
I private registry possono richiedere l'utilizzo di chiavi per accedere alle immagini in essi contenute.
Le credenziali possono essere fornite in molti modi:
- configurando i nodi in modo tale da autenticarsi al private registry
- tutti i pod possono acquisire informazioni da qualsiasi private registry configurato
- è necessario che l'amministratore del cluster configuri i nodi in tal senso
- tramite pre-pulled images (immagini pre-caricate sui nodi)
- tutti i pod possono accedere alle immagini salvate sulla cache del nodo a cui si riferiscono
- è necessario effettuare l'accesso come root di sistema su ogni nodo per inserire questa impostazione
- specificando ImagePullSecrets su un determinato pod
- solo i pod che forniscono le proprie chiavi hanno la possibilità di accedere al private registry
- tramite estensioni locali o specifiche di un Vendor
- se si sta utilizzando una configurazione personalizzata del nodo oppure se manualmente, o tramite il cloud provider, si implementa un meccanismo di autenticazione del nodo presso il container registry.
Di seguito la spiegazione dettagliata di queste opzioni.
Configurazione dei nodi per l'autenticazione ad un private registry
Se si sta utilizzando Docker sui nodi, si può configurare il Docker container runtime per autenticare il nodo presso un private container registry.
Questo è un approccio possibile se si ha il controllo sulle configurazioni del nodo.
auths
e HttpHeaders
nelle configurazioni relative a Docker.
Eventuali helper per le credenziali di Docker (credHelpers
o credsStore
) non sono supportati.
Docker salva le chiavi per i registri privati in $HOME/.dockercfg
oppure nel file $HOME/.docker/config.json
.
Inserendo lo stesso file nella lista seguente, kubelet lo utilizzerà per recuperare le credenziali quando deve fare il pull delle immagini.
{--root-dir:-/var/lib/kubelet}/config.json
{cwd of kubelet}/config.json
${HOME}/.docker/config.json
/.docker/config.json
{--root-dir:-/var/lib/kubelet}/.dockercfg
{cwd of kubelet}/.dockercfg
${HOME}/.dockercfg
/.dockercfg
HOME=/root
esplicitamente come variabile d'ambiente del processo kubelet.
Di seguito i passi consigliati per configurare l'utilizzo di un private registry da parte dei nodi del cluster. In questo esempio, eseguire i seguenti comandi sul proprio desktop/laptop:
- Esegui
docker login [server]
per ogni set di credenziali che vuoi utilizzare. Questo comando aggiornerà$HOME/.docker/config.json
sul tuo PC. - Controlla il file
$HOME/.docker/config.json
in un editor di testo per assicurarti che contenga le credenziali che tu voglia utilizzare. - Recupera la lista dei tuoi nodi; ad esempio:
- se vuoi utilizzare i nomi:
nodes=$( kubectl get nodes -o jsonpath='{range.items[*].metadata}{.name} {end}' )
- se vuoi recuperare gli indirizzi IP:
nodes=$( kubectl get nodes -o jsonpath='{range .items[*].status.addresses[?(@.type=="ExternalIP")]}{.address} {end}' )
- se vuoi utilizzare i nomi:
- Copia il tuo file locale
.docker/config.json
in uno dei path sopra riportati nella lista di ricerca.- ad esempio, per testare il tutto:
for n in $nodes; do scp ~/.docker/config.json root@"$n":/var/lib/kubelet/config.json; done
- ad esempio, per testare il tutto:
Puoi fare una verifica creando un Pod che faccia uso di un'immagine privata; ad esempio:
kubectl apply -f - <<EOF
apiVersion: v1
kind: Pod
metadata:
name: private-image-test-1
spec:
containers:
- name: uses-private-image
image: $PRIVATE_IMAGE_NAME
imagePullPolicy: Always
command: [ "echo", "SUCCESS" ]
EOF
pod/private-image-test-1 created
Se tutto funziona correttamente, pochi istanti dopo, si può lanciare il comando:
kubectl logs private-image-test-1
e verificare che il comando restituisca in output:
SUCCESS
Qualora si sospetti che il comando sia fallito, si può eseguire:
kubectl describe pods/private-image-test-1 | grep 'Failed'
In caso di fallimento, l'output sarà simile al seguente:
Fri, 26 Jun 2015 15:36:13 -0700 Fri, 26 Jun 2015 15:39:13 -0700 19 {kubelet node-i2hq} spec.containers{uses-private-image} failed Failed to pull image "user/privaterepo:v1": Error: image user/privaterepo:v1 not found
Bisogna assicurarsi che tutti i nodi nel cluster abbiano lo stesso file .docker/config.json
.
Altrimenti i pod funzioneranno correttamente su alcuni nodi ma falliranno su altri.
Ad esempio, se si utilizza l'autoscaling per i nodi, il template di ogni istanza
devono includere il file .docker/config.json
oppure montare un disco che lo contenga.
Tutti i pod avranno accesso in lettura alle immagini presenti nel private registry
una volta che le rispettive chiavi di accesso siano state aggiunte nel file .docker/config.json
.
Immagini pre-pulled
Kubelet di default prova a fare il pull di ogni immagine dal registry specificato.
Tuttavia, qualora la proprietà imagePullPolicy
(specifica di pull dell'immagine) del container sia impostata su IfNotPresent
(vale a dire, se non è già presente) oppure su Never
(mai),
allora l'immagine locale è utilizzata (in via preferenziale o esclusiva, rispettivamente).
Se si vuole fare affidamento a immagini pre-scaricate per non dover incorrere in una fase di autenticazione presso il registry, bisogna assicurarsi che tutti i nodi nel cluster abbiano scaricato le stesse versioni delle immagini.
Questa procedura può essere utilizzata per accelerare il processo di creazione delle istanze o come alternativa all'autenticazione presso un private registry.
Tutti i pod avranno accesso in lettura a qualsiasi immagine pre-scaricata.
Specificare la proprietà imagePullSecrets su un Pod
Kubernetes da la possibilità di specificare le chiavi del container registry su un Pod.
Creare un Secret tramite Docker config
Esegui il comando seguente, sostituendo i valori riportati in maiuscolo con quelli corretti:
kubectl create secret docker-registry <name> --docker-server=DOCKER_REGISTRY_SERVER --docker-username=DOCKER_USER --docker-password=DOCKER_PASSWORD --docker-email=DOCKER_EMAIL
Se possiedi il file delle credenziali per Docker, anziché utilizzare il comando quì sopra
puoi importare il file di credenziali come un Kubernetes
Secrets.
Creare un Secret a partire da credenziali Docker fornisce la spiegazione dettagliata su come fare.
Ciò è particolarmente utile se si utilizzano più container registry privati,
in quanto il comando kubectl create secret docker-registry
genera un Secret che
funziona con un solo private registry.
Fare riferimento ad imagePullSecrets in un Pod
È possibile creare pod che referenzino quel Secret aggiungendo la sezione imagePullSecrets
alla definizione del Pod.
Ad esempio:
cat <<EOF > pod.yaml
apiVersion: v1
kind: Pod
metadata:
name: foo
namespace: awesomeapps
spec:
containers:
- name: foo
image: janedoe/awesomeapp:v1
imagePullSecrets:
- name: myregistrykey
EOF
cat <<EOF >> ./kustomization.yaml
resources:
- pod.yaml
EOF
Questo deve esser fatto per ogni Pod che utilizzi un private registry.
Comunque, le impostazioni relative a questo campo possono essere automatizzate inserendo la sezione imagePullSecrets nella definizione della risorsa ServiceAccount.
Visitare la pagina Aggiungere ImagePullSecrets ad un Service Account per istruzioni più dettagliate.
Puoi utilizzarlo in congiunzione al file .docker/config.json
configurato per ogni nodo. In questo caso, si applicherà un merge delle credenziali.
Casi d'uso
Ci sono varie soluzioni per configurare i private registry. Di seguito, alcuni casi d'uso comuni e le soluzioni suggerite.
- Cluster in cui sono utilizzate soltanto immagini non proprietarie (ovvero open-source). In questo caso non sussiste il bisogno di nascondere le immagini.
- Utilizza immagini pubbliche da Docker hub.
- Nessuna configurazione richiesta.
- Alcuni cloud provider mettono in cache o effettuano il mirror di immagini pubbliche, il che migliora la disponibilità delle immagini e ne riduce il tempo di pull.
- Utilizza immagini pubbliche da Docker hub.
- Cluster con container avviati a partire da immagini proprietarie che dovrebbero essere nascoste a chi è esterno all'organizzazione, ma
visibili a tutti gli utenti abilitati nel cluster.
- Utilizza un private Docker registry.
- Esso può essere ospitato da Docker Hub, o da qualche altra piattaforma.
- Configura manualmente il file .docker/config.json su ogni nodo come descritto sopra.
- Oppure, avvia un private registry dietro il tuo firewall con accesso in lettura libero.
- Non è necessaria alcuna configurazione di Kubernetes.
- Utilizza un servizio di container registry che controlli l'accesso alle immagini
- Esso funzionerà meglio con una configurazione del cluster basata su autoscaling che con una configurazione manuale del nodo.
- Oppure, su un cluster dove la modifica delle configurazioni del nodo non è conveniente, utilizza
imagePullSecrets
.
- Utilizza un private Docker registry.
- Cluster con immagini proprietarie, alcune delle quali richiedono un controllo sugli accessi.
- Assicurati che l'admission controller AlwaysPullImages sia attivo. Altrimenti, tutti i Pod potenzialmente possono avere accesso a tutte le immagini.
- Sposta i dati sensibili un un Secret, invece di inserirli in un'immagine.
- Un cluster multi-tenant dove ogni tenant necessiti di un private registry.
- Assicurati che l'admission controller AlwaysPullImages sia attivo. Altrimenti, tutti i Pod di tutti i tenant potrebbero potenzialmente avere accesso a tutte le immagini.
- Avvia un private registry che richieda un'autorizzazione all'accesso.
- Genera delle credenziali di registry per ogni tenant, inseriscile in dei Secret, e popola i Secret per ogni namespace relativo ad ognuno dei tenant.
- Il singolo tenant aggiunge così quel Secret all'impostazione imagePullSecrets di ogni namespace.
Se si ha la necessità di accedere a più registri, si può generare un Secret per ognuno di essi.
Kubelet farà il merge di ogni imagePullSecrets
in un singolo file virtuale .docker/config.json
.